Il presidente del consiglio
comunale Gianfranco Nastasi ha presentato una mozione con la quale impegna l’Amministrazione
comunale “a predisporre senza indugio progetti ,anche con il concorso di enti
del terzo settore, società, soggetti pubblici e privati, per l’attivazione di
Centri Estivi, da svolgersi , preferibilmente, nelle strutture scolastiche
diffuse nel territorio, secondo le linee-guida fornite dal Governo.
“La lunga clausura forzata
determinata dalla pandemia – si legge nel documento che è stato sottoscritto anche dai consiglieri Maisano, Capone, Oliva, Bagli, Coppolino, Cocuzza, Saraò, Andaloro, Magliarditi, Alesci e Piraino - non è stata facile per nessuno
ma coloro che certamente stanno soffrendo di più in questo periodo sono
senz’altro i bambini ai quali viene in qualche modo vietato di essere tali:
chiusi in appartamenti dove è impossibile correre spensierati, tenuti lontani
dagli amici e dai compagni di scuola, ma anche dai nonni, senza la possibilità
di abbracciare, toccare o giocare in gruppo, se non virtualmente.
Questa condizione riduce
l’orizzonte di esperienza dei bambini e di conseguenza blocca il loro percorso
di sviluppo e di crescita. Soprattutto per i più piccoli, la varietà di
esperienze e la possibilità di vivere spazi e situazioni diversi sono
fondamentali per lo sviluppo dei processi cognitivi. Il bambino che vive solo
lo spazio domestico finisce per sviluppare schemi di interpretazione, di
conoscenza e di relazione con gli altri, ridotti. In questo momento, dunque, è
in corso un depauperamento e un depotenziamento del suo sviluppo cognitivo dei
bambini”.
Da qui la necessità – in linea
con quanto previsto dal DPCM 17 maggio scorso
– di adottare iniziative finalizzate alla riapertura dei centri estivi a far
data dal 1 giugno 2020, per restituire ai bambini ed ai ragazzi la trama dei
contatti e delle esperienze, mancata per effetto dell’isolamento dei mesi scorsi.
Iniziative supportate da un apposito stanziamento di 185 milioni di euro e
delineate da apposite linee guida.
Ecco quindi che l’Amministrazione
ha tutti gli strumenti per dare delle risposte creando dei punti di
aggregazione, utilizzando preferibilmente le strutture scolastiche del
territorio”.
Se realizzati all'aperto in spazi aperti allora è una buona proposta...ma all'interno delle strutture scolastiche assolutamente no
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